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domenica 2 giugno 2013

E' meglio capire (Ignorance is doom)

A volte si va d’accordo con quello che, ad un certo punto, usa la figura retorica del “e sinceramente non capisco chi”. Il chi che viene dopo e’ sempre qualcuno con un comportamento non approvato da chi parla, considerato bizzarro da lui e dalla sua audience, come, non so, lavarsi i denti prima di andare a cenare. Io considero questo tipo di approccio retorico un vilipendio continuo non solo alla persona che non viene capita, ma anche all’intelligenza di chi parla: non capisci chi si lava i denti prima di andare a cena? Probabilmente sei un decerebrato che pensa che l’unico comportamento logico adottabile sia il tuo, senza capire che in realta’ ogni tipo di comportamento e’ sviluppato attraverso la logica. Non e’ detto che possa partire da una base logica, ma sicuramente ha senso nella mente di chi lo attua, il che vuol dire che se non hai l’empatia di un comodino potresti capirlo anche tu.
La persona che si lava i denti prima di andare a cena puo’ volerlo fare perche’ pensa di risultare piu’ fascinosa se il suo alito e’ fresco, nel caso di un appuntamento galante, o potrebbe voler avere la bocca libera da ulteriori sapori in modo da degustare meglio il cibo, oppure ha semplicemente una “fisima”, un complesso, per il quale ogni volta che esce di casa si deve lavare i denti, perche’ magari la mamma quand’era piccolo gli ha insegnato cosi’ o perche’ trova indecente il contrario. Puoi benissimo capirlo. Il problema ovviamente non risiede nel tipo che si lava i denti prima di andare a mangiare, ma si ripresenta - il problema - quando ci sono atteggiamenti piu’ seri che possono influire con la societa’. Cosi’ non si capiscono le donne e gli immigrati, ma non si capiscono neanche i violentatori e i fascisti, e cio’, checche’ se ne dica, non e’ mai bene, dato che ogni essere umano necessita di comprensione e di qualcuno che lo capisca, non che lo approvi, badate bene.
Eppure pare che il contrario faccia piu’ presa: chi non capisce niente, chi dichiara quasi con orgoglio di non capire certe persone, fa un danno a se stesso, a quelli che lo seguono e alla comunita’ tutta attraverso di se’, ma sembra essere la figura dominante in certa cultura italiana, politica e non, persino giudiziaria. Continuamente si sente “io sinceramente non capisco gli stupratori”, “io non capisco i disonesti”, “io non capisco la gente che c’ha in testa”, ma probabilmente se ci si sforzasse di capirlo, “la gente che c’ha in testa”, ci si ritroverebbe a dover pensare troppo, a trovarsi anche un po’ al posto di quelli che tentiamo di capire, magari molto simili a molti criminali, e si realizzerebbe che e’ solo per caso che loro sono li’ e noi siamo a giudicarli.
Mi vengono in mente le lezioni di umanita’ che faceva il buon vecchio Faber, che in quella volta in cui scrisse una canzone con De Gregori produsse La Cattiva Strada, dove tutti, improvvisamente, capiscono lo sconosciuto, e quando capiscono lo sconosciuto capiscono anche se stessi. Forse il senso della canzone e’ anche un altro, pero’ questo e’ uno e mi piace pensare che La Cattiva Strada significhi anche questo. Capito?

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