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sabato 15 giugno 2013

E' la loro, di miseria

Il Contadino, di W.D. Ehrhart (trad. Vagabond, per l'originale qui)

Ogni giorno, io vado nel campo
a vedere cio’ che cresce
e cio’ che dev’esser fatto.
Sempre lo stesso: niente
cresce, tutto dev’esser fatto.
Ara, erpica, zappetta, innaffia, prega
Finche’ le mie ossa fan male e le mani le sfrego
nude dal sangue di onesto lavoro -
quel che cresce e’ solo la lenta,
intransigente intensita’ del bisogno.
Ho piantato il mio seme su un suolo
dalla miseria promesso al fallimento.
Ma io non mi lamento, tranne che
a passanti che mi chiedono perche’
lavori una cosi’ grama terra.
Non mi avrebbero capito,
se mi fossi chinato a prendere un sasso
e stringerlo come un bimbo, o riso,
o loro detto che e’ la loro, di miseria,
che io fatico per mitigare. Per loro,
Io mi lamento. Un contadino di sogni
sa come fingere. Un contadino di sogni
sa cosa vuol dire, essere paziente.
Ogni giorno, io vado nel campo.

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