Translate

lunedì 6 maggio 2013

Riflessioni #3: se la vittoria e' universale

Mi sono sempre chiesto come fosse una vita senza sbagli. Una vita dove non fai mai la cosa sbagliata, azzecchi sempre, e non c’e’ la benche’ minima possibilita’ di sbagliare perche’ il tuo cervello funziona cosi’ bene, e’ cosi’ diplomatico che non te la permette no una cosa del genere. Dove ogni mossa e’ quella giusta, dove ogni disobbedienza e’ fatta con garbo e ogni autolesionismo e’ calcolato in modo da non creare dolore ma solo evitare il conflitto, un gioco preciso di specchi che calcoli ogni tuo movimento dall’interno e dall’esterno. E ancora; una vita dove anche se sbagli, non sia peccato, non sia qualcosa di imperdonabile, non sia qualcosa che tu stesso non puoi accettare come passata, ma anzi che sia invece facile da metabolizzare e controreagire. Ovviamente tutto cio’ non sarebbe bello, sarebbe in qualche modo orripilante, sarebbe quasi una specie di nazismo autoimposto dell’anima - se poi l’anima esista, e’ tutta una roba da vedere, ma chiamiamola anima per comodita’ e tanto per diventare un po’ piu’ stupidi mescolando i significati. Eppure, dopo tutta una corta vita passata a sbagliare, a mangiarmi le mani, le unghie, e le gambe del tavolo, vi assicuro che lo stile di vita di chi sbaglia e’ altrettanto orribile; e’ anche bellissimo, per chi ama l’arte, la bellezza e la malinconia e’ bello come un gatto acquattato pronto a balzare e a morderti al collo e ai testicoli. Fa gran bei pensieri, ma si vive incredibilmente male, e si vive come vivono tutti gli altri, male, ma con la consapevolezza che forse, in fondo, si potrebbe vincere, e non lo si sta facendo per fare dell’arte, per creare un personaggio che come un novello Pierrot se ne vada in giro ad urlare la nostra verita’ come qualcosa di cui il nostro Ego possa persino andare fiero. E quasi quasi, a me vien voglia di fare le cose giuste, e magari vendicarmi un po’, divertirmi un po’ con magnanimita’ da imperatore romano del secondo secolo, e poi magari usare un po’ di saggezza e trovarmi finalmente Bilancia, che, se non per una certa ironia cosmica. perche’ sia il mio segno zodiacale non l’ho mai capito.

Nessun commento:

Posta un commento